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Rifiuti: Le impressioni di Alex Zanotelli PDF Stampa E-mail
Scritto da Guido Pasqualini   
Tuesday 15 January 2008
 Parla padre Alex Zanotelli: "La soluzione non è portare i rifiuti intorno per l'Italia. Il problema si deve risolvere in Campania e lo si poteva fare già 2-3 anni fa quando è arrivato Bertolaso e si poteva avviare la raccolta differenziata" Ad agosto compirà 70 anni. Ma padre Alex Zanotelli non ha perso il gusto della battaglia. Dopo un blitz in Trentino, in cui ha tenuto tre incontri con la popolazione a Verla di Giovo, Mollaro e Rovereto, il missionario noneso è rientrato a Napoli giusto in tempo per partecipare alla fiaccolata di protesta tenuta nel centro storico contro la riapertura della discarica di Contrada Pisani. Si è messo in testa a un corteo di migliaia di persone assieme al parlamentare Francesco Caruso e all'ex leader di Autonomia operaia Oreste Scalzone: 
«Ci sono parecchi siti buoni - ha detto - lontani dalle case della gente, presentati da Guido Bertolaso due anni fa insieme a tecnici e geologi dell'Università Federico II che non sono stati proprio presi in considerazione. Siamo allibiti». Ieri l'abbiamo raggiunto al telefono. Padre Alex, qual è la situazione attuale a Napoli? «Dio mio, è difficile spiegare la situazione oggi a Napoli. Non so come definirla. È a dir poco drammatica ma non, come pensa la gente, perché le strade sono piene di rifiuti. Quella, come spesso accade, può essere un'emergenza anche creata apposta per qualche ragione. Non giudico se sia questo il caso, ma per me il problema fondamentale è un altro». Quale? «Che la politica dei rifiuti attuati dalla Regione ha portato la Campania allo stello livello di tumori del Nord Est. Ma il Nord Est ha fabbriche e lavoro che la Campania non ha. Tutto questo a causa dei rifiuti, tossici e ordinari, sepolti dalla camorra. La malavita ha sotterrato rifiuti tossici nel triangolo della morte Nola-Acerra-Marigliano, a nord di Napoli nella zona di Giugliano, Quagliano, Castel Volturno e Marcianise e infine nelle campagne del Casertano dove sono finiti buona parte dei rifiuti tossici provenienti dal porto di Marghera. Se la camorra ha riversato rifiuti tossici in Campania, deve esserci pur stato un accordo con il mondo industriale del Nord. E su queste cose, per favore, quelli del Nord non vengano a prenderci in giro». Tutta colpa della camorra? «No, perché le istituzioni si sono comportate come la camorra. In quattordici anni di commissari straordinari sono stati spesi più di 1,5 miliardi di euro per produrre 6-7 milioni di ecoballe che di eco non hanno nulla: sono soltanto balle. Tre milioni di questi rifiuti incerottati nella plastica li trovi fuori Giugliano. Sono una discarica a cielo aperto con tanto di percolato». Perché si è arrivati a questa situazione? «Perché in questa regione non si è mai voluto promuovere la raccolta differenziata. L'avevamo detto anche a Bertolaso a chiare lettere. Manca la volontà politica. Chiaramente la camorra ha il suo interesse che le cose continuino così ma è la politica che non fa più politica e invece fa affari. E al comitato d'affari va bene che si vada avanti con inceneritori e discariche. Mantenere questo tipo di ciclo di rifiuti avvantaggia sia la camorra sia gli industriali, i potentati economico-finanziari. Il risultato è che un diritto fondamentale come quello alla salute è oggi il diritto più violato in questa regione con una situazione davvero incredibile di tumori e neoplasie dovuti a queste nanoparticelle, alla diossina e ai metalli pesanti rilasciati dai rifiuti». Sempre contrario agli inceneritori? «Assolutamente sì. Ad Acerra ne vogliono costruire uno da 850 mila tonnellate. Sarebbe un peccato mortale. Ci guadagnerebbero soltanto gli imprenditori che per ogni tonnellata di rifiuto bruciato incassano 55 euro». Ieri ha incontrato il sindaco Rosa Russo Iervolino come previsto? «No. So che mi vuole incontrare. Non l'ho mai vista. C'è stato il gelo in questi tre anni. Se mi vuole incontrare, sa dove trovarmi. Io le parlo volentieri perché è importante parlare con tutti per aiutarli a capire dove sta il problema e ad adottare finalmente delle decisioni». E con Antonio Bassolino? «Men che meno. Con lui è il gelo totale. Penso che non mi può proprio vedere». A Napoli sta vivendo una situazione simile a quella della sua missione in Africa. «Sì, ci sono molte somiglianze. Io vivevo a Korogocho, davanti alla discarica di Nairobi. Qui mi trovo in un'altra discarica. Le lotte sono le stesse. Io sono convinto che la speranza debba arrivare non più dall'alto ma dal basso. Da lì può partire il riscatto del popolo, della gente. Infatti stiamo lavorando con i comitati civici. Sono due-tre anni che diffondiamo queste informazioni. Ma non c'è verso. La stampa, fra l'altro, sta molto attenta a farle girare queste cose. Eppure si sanno. Importante ora è aiutare la gente a capire, a scendere in piazza per difendere il diritto alla propria salute. Ché, alla fine, di questo si tratta». L'ipotesi di accogliere una parte di rifiuti di Napoli sta sollevando la popolazione in Trentino. «E io dico che non è questa la soluzione. Qualcuno ci dice: "voi vi opponete a tutto". Sì, è vero. Noi ci opponiamo a tutto per far scoppiare il bubbone. Il problema si deve risolvere in Campania e lo si poteva fare già 2-3 anni fa quando è arrivato Bertolaso e si poteva avviare la raccolta differenziata. Ora avremmo eliminato l'80% dei rifiuti. In questo modo non facciamo altro che spostare la soluzione dei problemi in giro per l'Italia. Basta con questa roba. Educhiamo invece la gente a vivere più sobriamente, più semplicemente. Noi ora viviamo al di sopra delle nostre possibilità. L'11% della popolazione mondiale si pappa l'88% delle risorse. Se tutti vivessero come noi, avremmo bisogno di quattro pianeti terra per le risorse e di altri quattro per le discariche. Napoli è solo la punta dell'iceberg per ricordare a tutti che così non si può andare avanti». Intanto il Governo ha mandato un nuovo commissario straordinario. «Prodi ci ha dato una mazzata inviando qui De Gennaro, che a Genova è stato un macellaio. Io sinceramente mi vergogno. Non questa la maniera di risolvere i problemi».

Guido Pasqualini
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