Siamo a Verona, la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2008, nell’aria del centro vibra l’odore della festa che il giorno dopo avrebbe accompagnato le nostre e le ore di quel ragazzo, Nicola Tommasoli.
Ancora una volta lo squadrismo nero…Perché è accaduto nuovamente? Siamo a Verona, la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2008, nell’aria del centro vibra l’odore della festa che il giorno dopo avrebbe accompagnato le nostre e le ore di quel ragazzo, Nicola Tommasoli. Non si tratterà, nelle righe che seguiranno, la sua figura come quella di un uomo di parte, un comunista. Non è così, questo ragazzo non era politicizzato, solo portava in dote la “colpa” di avere i capelli lunghi, di aver negato una sigaretta ai cinque che si riveleranno i suoi assassini. Questi cinque non sono romeni, non sono extracomunitari, certamente non erano ubriachi, probabilmente sono ultracattolici, sono veronesi, appartengono a famiglie ricche della città veneta ma soprattutto sono neonazisti. Tutte queste caratteristiche hanno consentito loro di non subire una campagna mediatica volta all’attacco, di non subire espulsioni, di non subire sfratti; accadimenti verso i quali sarebbero andati incontro se fossero stati extracomunitari oppure di sinistra. Non è questa un’invettiva marcatamente di parte (per quanto la partigianeria è un elemento che non si può neutralizzare pena il divenire oggetti impersonali dell’indistinto fluire dei fatti e che per tale motivo non rinneghiamo), ma è una semplice lettura di ciò che negli ultimi anni è accaduto a chi, come i manifestanti del G8 di Genova 2001 oppure agli antifascisti di Milano 2006, ha subìto anni di carcere oppure condanne da scontare per la sola colpa di aver difeso i diritti dei popoli oppressi dalla globalizzazione i primi e l’antifascismo di una città medaglia d’oro alla Resistenza i secondi.tornando ai fatti di Verona, abbiamo sentito in questi giorni straparlare tanti rappresentanti di quel pubblico potere veronese che, con le sue connivenze se non addirittura con le sue evidenti sponde politiche, ha permesso la nascita e la crescita di questi gruppi neonazisti. Flavio Tosi, sindaco di Verona della formazione xenofoba e razzista della Lega Nord, nel dicembre dello scorso anno capeggiò il corteo della manifestazione organizzata da Forza Nuova, Fiamma Tricolore e Veneto Fronte Skinhead contro gli immigrati. Un esempio di tale tolleranza (!) verso il diverso non poteva far altro che tentare di smorzare l’accaduto riproponendo la solita solfa di chi è consapevole di essere solidale con le assurdità che riempiono le calotte craniche di quelle belve, cioè che la politica non c’entra nulla, che questa gente è criminale, che non ci sono più i valori di una volta (alla sagra del qualunquismo manca solo il celebre “si stava meglio quando si stava peggio” o l’altrettanto famoso “non ci sono più le mezze stagioni”). Ovviamente pensiamo che Tosi, così come tutti quei rappresentanti politici che fanno proprie tali considerazioni, non siano così ciechi da non vedere le motivazioni che hanno sotteso a questo, così come a tanti altri episodi accaduti a Verona e non.
Fermiamo l’ondata razzista, xenofoba e di odio che sta attraversando il paese!Opposizione duratura e radicale nei confronti del potere politico che, asservito a quello economico, permette l’esistenza e lo sviluppo di queste situazioni in numero sempre maggiore!Contro i covi fascisti ovunque essi si annidino!
Per la redazione di Megafono Rosso – Giulio Stigliano www.megafonorosso.it
Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
Aggiungi ai preferiti (0) | Riporta quest'articolo sul tuo sito! | Visualizzazioni: 201
Solo gli utenti registrati possono scrivere commenti. Effettua il logi o registrati. Powered by AkoComment Tweaked Special Edition v.1.4.6 AkoComment © Copyright 2004 by Arthur Konze - www.mamboportal.com All right reserved |