il 24 giugno scorso si è tenuto il consiglio regionale per il Lazio con all’ ordine del giorno l’ approvazione del piano regionale rifiuti presentato dal commissario straordinario Marrazzo. Calda e accesa è stata la protesta alla sede della regione in via la Pisana da parte del coordinamento contro l’inceneritore ed il comitato salute e ambiente. Una protesta che ha denunciato quanto sia inefficiente il piano regionale rifiuti ed ha espresso una totale contrarietà a tutti gli impianti di incenerimento e quindi in particolare anche a quello che dovrebbe essere costruito a Roncigliano, nel comune di Albano, suggerendo invece soluzioni alternative per lo smaltimento dei materiali post-consumo.
Per mesi le amministrazioni regionali hanno fatto leva sul concetto di "emergenza rifiuti" utilizzando le vicende campane come spauracchio per legittimare la costruzione di nuovi impianti di incenerimento e nuove discariche. Questa è stata anche la strategia del commissariamento Marrazzo che "chiude il ciclo rifiuti" con la costruzione di nuove discariche - altri 2,8 milioni di metri cubi, quando ad oggi ce ne sono 2 milioni nel Lazio - e l’ ampliamento (quasi raddoppiamento) degli inceneritori preesistenti di Malagrotta, Colleferro, S.Vittore, nonchè l’ apertura di un’ istruttoria per la costruzione di un nuovo impianto ad Albano. Provvedimento quest’ultimo, che ignora totalmente la VIA negativa da parte della regione Lazio, l’ opposizione espressa negli ultimi consigli comunali da parte delle amministrazioni di Albano, Ariccia e Pomezia, nonché il forte dissenso della popolazione espresso a più voci ormai da molti mesi. Continua così la volontà di perseguire un modello di gestione dei rifiuti che è solo funzionale ad uno sviluppo produttivista e consumista pronto a sfruttare fino all’ estremo limite le risorse dei territori e ad inquinare aria e ambiente minacciando così la salute di tutte le popolazioni. Nel piano Marrazzo, non si contemplano minimamente alternative più sostenibili come le isole ecologiche di compostaggio, impianti per il riciclaggio ed impianti meccanico biologici per il trattamento del residuo non riciclabile. Anche in materia di raccolta differenziata, il piano fa ridere, si punta ad arrivare al 50% nel 2012, ovvero in 4 anni, quando con il modello del porta a porta qualsiasi comune è in grado di arrivare al 60-70% in 6-12 mesi come ci ha insegnato anche il comune limitrofo di Ciampino. E’ in questa maniera poco dignitosa, poco intelligente, poco economica e poco democratica che si conclude il periodo di commissariamento straordinario Marrazzo. Dal 30 giugno 2008 infatti, la gestione dei rifiuti tornerà ad essere di competenza delle province e dei comuni. Alle popolazioni resta "il regalo" di un piano rifiuti che è preistorico. Un piano che vede solamente incrementare impianti di incenerimento e discariche, che non risolve il problema della gestione dei rifiuti ed il rispetto della salute e dell’ ambiente. Ancora una volta, il guadagno di pochi è anteposto al benessere di intere popolazioni. Noi non resteremo a guardare, non lasceremo che il capitale di una piccola élite decida sulle nostre teste! Ci opporremo con tutte le nostre forze e ci riprederemo il diritto di decidere per le nostra vite!! Coordinamento contro l’ inceneritore di Albano
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