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La crisi automobilistica mondiale: una disfatta targata suv PDF Stampa E-mail
Scritto da di Diego Barsotti   
Saturday 12 July 2008
LIVORNO. Da questa settimana Repubblica ha iniziato una serie di inchieste sulla crisi dell’auto nel mondo, esasperata nella maggior parte dei Paesi sviluppati, dal caro petrolio e dalle scelte senza respiro di molte case automobilistiche.

Se quindi oggi l’inchiesta di Andrea Tarquini tenta di far vedere il lato positivo dei nuovi mercati dell’est Europa (in primis la Russia) che tengono a galla i produttori europei, la pagina di mercoledì scorso era davvero illuminante nella sua drammaticità. Se non fosse per le migliaia di dipendenti della General Motors che stanno rischiando di perdere il posto di lavoro o che l’hanno già perso, quella pagina sarebbe da incorniciare: “Detroit una disfatta targata Suv” è il titolo che evidenzia con nome e cognome chi è il responsabile: Sport utilities vehicole.

Ebbene sì, i tanto desiderati colossi della strada, che pesano svariati quintali, che dissipano galloni di benzina ora (finalmente?) preziosi. I Suv che oggi nessuno più riesce a vendere: né quelli nuovi (-54% ) né quelli usati, con incredibili casi di persone che non riescono neppure a “regalare” il loro Hummer in cambio delle rate mancanti per onorare il finanziamento. «La condanna per Detroit – scrive il corrispondente di Repubblica Mario calabresi – sono proprio quei veicoli grossi e pesanti che per 10 anni sono sembrati il nuovo Eldorado.

Ma ora improvvisamente l’americano medio si è accorto che per portare i bambini a scuola non è necessario affrontare mine antiuomo, cecchini e kamikaze con un veicolo da 36 quintali. Laddove la ragione non aveva vinto, hanno vinto quindi la paura e la miseria, la paura cioè di rimanere senza dollari in tasca.
Pedagogia delle catastrofi, come sempre. La catastrofe del caro petrolio è servita (?) agli americani per aprire gli occhi sui loro sprechi, e adesso serve alle case automobilistiche americane che dopo lo tsunami dei tagli e della chiusura delle fabbriche corrono ai ripari indirizzando le nuove produzioni a veicoli a basso consumo: col risultato paradossale che la Ford che ha dovuto chiudere il suo stabilimento Suv in Massachuttes per alcuni mesi a causa della mancata richiesta, produce e vende in Europa utilitarie che ora gli americani vorrebbero, ma non può importarle per gli alti costi di spedizione, e così dovrà aspettare il 2010 quando saranno pronte anche in America le nuove linee di produzione per macchine a minori consumi.


Con un unico problema. Che gli automobilisti americani ora vogliono sì le auto a basso consumo, ma con tutti gli optional (superflui?) a cui sono stati assuefatti finora e che oggi ritengono non più superflui.

Insomma la parabola di come il mercato lasciato a se stesso, finisca per andare incontro alla sua implosione. E di come politiche di governance mondiali in grado di riorientare l’economia a modelli più sostenibili siano una necessità sempre più impellente, ma sempre più clamorosamente ignorata, come dimostra l’appena concluso vertice di Hokkaido.

 

http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=14438


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Ultimo aggiornamento ( Saturday 12 July 2008 )
 
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LE INTERVISTE DI RADIOSONAR: SIKITIKIS

Secondo appuntamento con la rubrica SELVAGGIA ITALIA, alla scoperta delle band emergenti, da nord a sud del Paese, in collaborazione con CasaSonica .
Questa volta il viaggio  si tiene  tra Cagliari e Torino alla scoperta dei Sikitikis . Questa Volta in studio : Sgab ai controlli Psyco e Luisa.
chi sono i Sikitikis:

Erano gli anni ’90 quando si chiamavano Canidarapina e non c’era confine alle influenze che ne determinavano il suono. Jimi e Diablo vivono le loro notti nei club della città dove nuove commistioni creano un nuovo tessuto culturale. Il jazz, la drum’n’bass, l’hard core, il trash, il garage, il break-beat, il trip-pop, il rap e i libri e il cinema e le colonne sonore, tutto finisce per avere lo stesso valore. Morricone come i CIV, Miles Davis come dj Shadow, Fellini come Mike Patton, Ellis come i Chemical Brothers. Tutto si confonde, i pregiudizi crollano e cresce la voglia di un progetto che sia figlio di queste notti. Arrivano Zico e Regiz. Finiscono i Canidarapina. Nascono i SikitikiS. E’ il 2000.
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 SELVAGGIA ITALIA PUNTATA N°3 , QUESTA VOLTA IL VIAGGIO FA TAPPA AI MURAZZI E SUL PO' NELLA CITTà MAGICA DI TORINO :
INTERVISTA A VICTOR FRONTMAN DEGLI LNRIPLEY , REALIZZATA AL FORTE PRENESTINO IL PRIMO MAGGIO DURANTE LA FESTA DEL NON LAVORO, PRIMA DEL LORO CONCERTO.

LNRipley è un collettivo che nasce dai linguaggi dei vinili drum and bass, li contamina con influenze diverse e porta dal vivo un set di energia pura, senza l'ausilio di computers o basi ma suonando tutto live, con una missione ben precisa: scatenare il dancefloor per fare ballare anche i sottobicchieri....

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thanx to: VICTOR (lnripley, PAOLA (web comunicazione casasonica) PSYCO + LOIS (videomaker) TINAPICA ( FOTOGRAFIA)

LE INTERVISTE DI RADIOSONAR: PETROL

 si avvicina la primavera e tornano le interviste di RadioSOnar.net: vista l'occasione speciale , i due conduttori  di RadioMYspace  e FashonD-iscrict si uniscono, rispettivamente il primo ai  controlli e  l'altra alla voce,  per intervistare i  Petrol , formazione rocckeggiante appartenente  alla  nota casa discografica indy di   CASA SONICa .   L'intervista sara' il primo appuntamento della stagione primavera estate 2008 con la nuova rubrica " Selvaggia Italia " e sara' registrata per poi essere rimessa in download gratuitamente sul sito ufficiale di radiosonar.net.  ma chi sono i Petrol? leggi tutto
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