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COmunicato Stampa Assemblea Permanente No MOse PDF Stampa E-mail
Scritto da assemblea permanente nO moSE   
Friday 28 September 2007
 Comunicato stampa dell’Assemblea Permanente NoMose sull’alluvione del 26 settembre a Mestre, Marghera e provincia
4,3 miliardi di € per il Mo.S.E. che dicono servirà a fermare il mare… e intanto l’acqua granda arriva dall’entroterra 

Sono bastate alcune ore di pioggia intensa per portare l’intera terraferma allo stato di calamità: traffico bloccato, case e garage allagati, scuole chiuse, aeroporto e treni al collasso, ospedali in tilt e fabbriche ferme.  In poco tempo pare sia caduta un terzo della pioggia che cade in un anno.

Certo c’entrano i cambiamenti climatici globali, l’effetto serra, provocato dalle emissioni di CO2, che riscalda il pianeta e porta a sconvolgimenti meteo.
 Di certo il nostro territorio fa la sua parte nella produzione di emissioni di gas serra! E ora vogliono pure costruire altre quattro centrali elettriche a Marghera, come se non bastassero le cinque esistenti, di cui due pure a carbone - e senza contare quelle previste in futuro dal sistema Mo.S.E. alle bocche di porto, per il fabbisogno energetico delle paratoie mobili. Ma il totale dissesto del sistema idrogeologico del bacino scolante in laguna è la causa di allagamenti di vaste aree di Marghera, Malcontenta e Mestre anche con piogge di intensità molto minore di quelle registrate l’altro giorno.

   Cementificazione su cementificazione che impermeabilizza i suoli e impedisce il drenaggio delle acque –  metricubi e metricubi di altro cemento previsti per altre grandi opere inutili in tutto il Nord-Est quali Veneto City ed altre ancora - sistemi di smaltimento per cui non viene effettuata una costante manutenzione, rete fognarie inadeguate, impianti idrovori inefficienti.

   La Regione Veneto sono anni che deve redarre il Piano di Assetto Idrogeologico per il bacino scolante in laguna e non lo fa!

   Possiamo dire di essere stati fortunati l’altro giorno con l’alluvione che ha colpito i centri urbani e rurali dell’entroterra: fortunatamente la laguna e il mare potevano ricevere le acque piovane; sono stati registrati solo 89 cm. sul livello medio del mare, appena qualche centimetro di acqua alta in Piazza S. Marco.

   Ma se le condizioni meteo e mareali fossero state diverse?   Se un forte vento di scirocco avesse ingrossato la marea portando acqua alta eccezionale in laguna, il deflusso dell’acqua piovana dal bacino scolante sarebbe stato impossibile e avremmo rischiato la catastrofe.

   Il 4 novembre 1966 non solo il mare entrò in laguna, ma anche le acque dei fiumi e del bacino scolante contribuirono all’”acqua granda”.

   Se capitasse un alluvione come quella di quarantun’anni fa … e se il sistema Mo.S.E. fosse già in opera, cosa succederebbe con le paratoie alle bocche di porto chiuse, a tenere fuori il mare dalla laguna?

   L’effetto del flusso di acque piovane dall’entroterra, che non possono defluire in mare perché le bocche di porto sono chiuse, sarebbe devastante sia per Venezia e i centri urbani lagunari, sia per Mestre, Marghera e tutta la terraferma.

   L’ecosistema lagunare è fragile e complesso, l’alluvione dell’altro giorno ci indica che il sistema idrogeologico del bacino scolante in laguna non è stato sistemato e il Mo.S.E serve solo a chi lo fa, non va certo alle cause del dissesto dell’idrodinamica lagunare che ha provocato l’aumento del naturale fenomeno delle acque alte.     Altre sono le soluzioni: più efficaci, meno costose, rispettose dell’ambiente e della legislazione speciale per Venezia.

   E invece tutti i fondi della Legge Speciale sono assorbiti da questa grande opera inutile e dannosa.   I FONDI DESTINATI AL Mo.S.E. DEVONO ESSERE DIROTTATI ALL’EMERGENZA IDROGEOLOGICA IN TERRAFERMA, ALLA SISTEMAZIONE E MESSA IN SICUREZZA DELL’INTERO BACINO SCOLANTE.   Non si può più rischiare di trovarsi con le case e le strade allagate, con il black out nelle sale operatorie ospedaliere e negli impianti industriali pericolosi come l’altro giorno.

   L’Assemblea Permanente NoMose si sta attivando, assieme con le altre associazioni ambientaliste e comitati che in questi anni si sono battuti contro le emergenze dell’inquinamento e per una migliore qualità della vita, per costruire nei prossimi giorni una grande assemblea popolare a Marghera rivolta a tutti i cittadini danneggiati dall’alluvione per elaborare dal basso una piattaforma di lotta per la messa in sicurezza del territorio, per opporsi ad altre inutile e dannose cementificazioni, per un altro modello di sviluppo compatibile con la terra, con l’acqua e con l’uomo.

 

Venezia, 27 settembre 2007
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