Terrorismo: i vuoti della memoria storica. Di Sergio Segio |
Scritto da Sara | ||||
Tuesday 29 May 2007 | ||||
Notizie di stampa parlano della manifestazione organizzata il 3 giugno a L'Aquila in sostegno alla brigatista Nadia Lioce e contro il carcere duro. Il crinale è scivoloso: da un lato, vi può essere la solidarietà politica verso gli epigoni fuori tempo delle Br, dall'altro, quella umana verso i detenuti, che però è estranea ad ogni linguaggio d'odio o azione violenta La notizia ha creato attenzione e scandalo poiché in quel carcere è rinchiusa anche Nadia Desdemona Lioce, considerata figura di spicco tra i nuovi brigatisti, responsabili anche dell'omicidio di Massimo D'Antona, ucciso il 20 maggio 1999. In questi stessi giorni, l'Ucigos ha diffuso un dossier secondo il quale crescono gli episodi di intolleranza, per fortuna soprattutto verbali: scritte sui muri, minacce, espressioni di odio politico. Un allarme raccolto dal ministro Giuliano Amato, che ha contribuito a enfatizzarlo. Molta meno attenzione i media hanno dedicato a un episodio che va invece in direzione diametralmente opposta, dalla forte valenza simbolica e umana: il colloquio avvenuto tra Antonia Custra, figlia dell'agente di polizia ucciso durante una manifestazione del maggio 1997, e Mario Ferrandi, un ex autonomo responsabile di quella morte. Antonia Custra ha dichiarato: «Ho smesso di odiarlo. Ora mi è tutto più chiaro, ora so che siamo due vittime della stessa tragedia». Ed è straordinario, oltre alla generosità della giovane donna, che una riflessione così pertinente e, al tempo stesso, inusuale, venga da chi è stato direttamente colpito, mentre non riesce a permeare il dibattito pubblico e politico. Eppure, a distanza di pochi anni, il clima è drasticamente peggiorato: il confronto si è avvelenato e il dibattito si è avvitato sterilmente. Complici in primo luogo i pallidi epigoni delle Br, che perseverano in una sciagurata proposta politica, omicida e suicida al tempo stesso. Ma al clima d'odio e di contrapposizione contribuisce indirettamente anche quella parzialità della memoria, quel ricordo a senso unico, quel doppio binario nel rispetto per le vittime che pare essersi ormai consolidato. Temo che un tale livello di falsificazione storica possa concorrere a dare fiato e argomenti anche a chi ha nostalgia del clima d'odio e di violenza politica di trent'anni fa. Aggiungi ai preferiti (2) | Riporta quest'articolo sul tuo sito! | Visualizzazioni: 917
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Ultimo aggiornamento ( Tuesday 29 May 2007 ) |