Benvenuti in questo che considero il mio tributo ai Pink Floyd e a chiunque pianga alla Luna o tenti attraverso ali di carta di raggiungere il Sole, dedicata a tutti coloro che risplendono come diamanti pazzi. Si pregano i gentili visitatori di soffermarsi sulle immagini più a lungo possibile così da lasciar scorrere il suono nei tempi prestabiliti. accendete le casse, rilassatevi e buon viaggio. :)
si, è caldo
bolle e si apre...
spandendosi
forse ho un pò
di paura
forse non riconosco
molte emozioni
che si nascondono
dietro la paura
cerco di leggerle
lentamente
len ta men te
co me fan go co lan te
sul cor po dis te so ad a sciu ga re
sotto una lava incandescente
lentamente
come se stessi
scrivendo nella mia memoria
sapendo che è l’unica
e l’ultima per me
ma cosa può accadermi se non morire
e cosa c’è di male poi
in questa avventura ?
l’aria calda sbuffa fuori dalle bolle nel fango
non vedo nulla
nulla negli occhi
coperti di stelle morenti
se non forme di suono e neanche tu puoi
se ascolti attentamente
oltre i nostri stessi confini c’è l’ignoto
eppure questi suoni
disegnano dentro la mia mente
una tetra realtà comune, ingenua
come una piccola scarpa perduta nell’abisso
scorticata e spezzata dal tempo
un scenario di zolfo e nubi lontane
desolazione di vento fra le rovine
e le colline di sabbia mosse dal caso
accumulate dal tempo corrosivo
che passa sopra antiche installazioni abbandonate
e accompagna il cammino verso la montagna
ci sono forme di vita da qualche parte
ci sono odori e strani sensi di passato
grotteschi figuri mai inventati
ci sono giocattoli mai consegnati al sorriso
e bambole mai pettinate dalle piccole mani
questo è solo un prezioso incubo
è solo un pensiero che non dovrebbe esistere
l’eco di urla gravide
dentro forni crematori
questo è l’inferno forse
o forse è solo la porta lavica del paradiso
tu mi dici che non è niente di tutto questo
mi dici che vedo le stagioni morte e sono pazzo
a credere di non riconoscere il mio essere nel mondo
perchè questo è il pozzo nero della mia coscienza
mi dici che tutto sotto il sole dorme
e si risveglia solo qui
dove passano tutti prima o poi
come la luce
dietro le nubi
e noi siamo inermi
di fronte al suo calore
e solo la musica può descrivere il suo amore
mi dici che sono fragile
come una stella nel vuoto siderale
ed io penso che tu sia un eroe
grandioso come la morte di una farfalla
colmo di pensieri mi lasci
disteso, più lungo della mia ombra
sopra riflessi che non mi mollano
e prendono possesso dei miei giorni
ti ammiro e invidio le comete stesse
che più cadono e più rendono limpide
le tue parole piene di invisibile tatto
cerchi acqua lungo il pendio dei fogli
e chi sa leggere, beve i tuoi momenti migliori.
un rumore di cristallo rotto
fece il cuore in un sussurro
ed io lo raccolsi da terra
e scoprii che non era mio
ne avevo uno nuovo però
ero contento, felice
come una pesca matura
nel fresco vino del destino
questo era ciò che mi diede la vita
calma e placida,
ad occhi chiusi lei ci amava tutti
lei, ci amava
tutti.
così mi misi in cammino
lungo l’oceano della coscienza
passeggiando sul ponte di un veliero
che mi avrebbe portato dentro la notte
dentro nubi dipinte di grigio e rosso
dentro oscuri sentieri
in cui avrei dovuto tracciare i miei sguardi con un inchiostro
fatto di lacrime e voglia di rinunciare
in cui la paura è solo un suono che non può non penetrare
e prendono valore i respiri
come singole identità rarefatte
prende sostanza il coraggio
di essere punti nell’immenso di una commedia
la più grande tragedia scritta dall’essere
ed io ho scelto di vedere dentro
di contenere quante più emozioni possibili
o forse solo una ma
maledetta
antica di secoli perduti
l’antica vicenda dell’uomo
che vola senza un movimento
sopra al cielo del tempo
cercando di raggiungere il sole
e questa è la mia ode a chi ha tentato
il veliero scivola sulle fiamme
portandomi dentro il suono dell’amore
disperatamente cercavo il sole
e vedere i miei compagni volare intorno a lui
come tanti icaro che in vita non riuscirono
forse sono proprio lassù ora
tutti coloro che volarono via
liberi dal delirio del corpo dolorante
e dalle ingiurie dei marci caproni neri
dalle lingue biforcute di antichi mali
ma la mia imbarcazione procede
deve arrivare alla fine
quando ci saranno le parole
e la musica ruberà i nostri occhi
quando ci saranno le parole nella musica
che sono il paradiso in terra
se sappiamo metterle insieme
come i giusti passi di un cammino polveroso
il nostro veliero procede innalzandosi in aria
cadenzando le sbuffate di vento nelle vele
e le onde a prua si fanno sempre più alte
eccitandomi ed invitandomi a rinascere,
crescendo attraverso la finestra nel muro
come una pianta carnivora
che vuole divorare le nuvole
il viaggio dell’uomo che non ha mai avuto successo
era un viaggio fuori dalla nostra realtà
eppure sempre più lontano si è potuto spingere
solo grazie al potere del sogno e dell’utopia
dell’impossibile creazione di una mente in acido
così come i suoni mescolati dentro un teatro
si avvicinano al divino
nascoste sotto piramidi di silenzio
così come la fine della canzone
si avvicina al Sole e muore
carbonizzata da troppa vita,
così mi siedo
e mi addormento con te sul linguaggio della musica