la politica estera del centro sinitra e' da rifare |
Scritto da Rete Nazionale Disarmiamoli | ||||
Wednesday 19 March 2008 | ||||
MARTEDI 25 MARZO 2008 A 9 ANNI DAI BOMBARDAMENTI SULLA EX JUGOSLAVIA GIORNATA DI MOBILITAZIONE E RACCOLTA FIRME PER LA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SUI TRATTATI INTERNAZIONALI, LE BASI E LE SERVITU MILITARI
Assistiamo da giorni ad una recrudescenza di conflitti in varie zone del mondo, alcune artatamente oscurate, altre giocoforza al centro dell’attenzione, altre infine galvanizzate e messe al centro dell’attenzione massmediatica. I conflitti libanese, iracheno ed afgano conquistano le pagine dei grandi network solo se vengono uccisi soldati occidentali, oppure se le stragi superano una “soglia di attenzione” evidentemente predefinita dai centri studi che sovrintendono i sistemi di comunicazione ed informazione. A un mese dalla proclamazione unilaterale di “indipendenza” del Kosovo le popolazioni serbe - confinate in anguste enclave – si ribellano contro polizia ed esercito della NATO. La pericolosità di questa area di conflitto, la posizione geografica ed il coinvolgimento diretto delle truppe italiane e NATO costringono le Redazioni a parlare della rivolta di Kosovska Mitrovica, che ha visto le truppe occidentali in ritirata. La rivolta in Tibet contro lo Stato centrale cinese è invece al centro dell’attenzione di tutti i mezzi di comunicazione di massa, destando quantomeno il sospetto di un “orientamento dell’attenzione” contro il colosso asiatico piuttosto che a favore dei monaci tibetani. In tutte queste vicende - in fase di piena involuzione - la diplomazia italiana ha avuto e continua ad avere un ruolo centrale e nefasto. Recenti dichiarazioni di “illustri” esponenti della cosiddetta “sinistra radicale” sulla bontà della politica estera del governo di centro sinistra ci spingono ad elencare - molto brevemente – alcune tra le più macroscopiche scelte maturate nell’arco dei 20 mesi di governo Prodi. Come non ricordare il ruolo di punta giocato dal presidente del Consiglio Romano Prodi nel rompere l’embargo sulla vendita di armi alla Cina, aprendo le borse del colosso asiatico a favore delle aziende italiane, in primis di Finmeccanica? Che dire delle reiterate dichiarazioni del Ministro degli Esteri D’Alema sul ruolo di protezione di Israele svolto dalle truppe italiane impegnate in Sud Libano? Che dire dell’accordo militare Italia Israele, ratificato da Berlusconi e confermato da Prodi? Come commentare il permanere dell’embargo U.E. contro le popolazioni palestinesi di Gaza? Come è possibile giustificare ancora la presenza delle truppe italiane in funzione di combattimento in Afghanistan e di addestramento in Iraq ? Come dimenticare la sfilata militare del 2 giugno ai fori imperiali, con il Presidente della Camera Fausto Bertinotti ad applaudire, otre ai soldati italiani, i marines della 173° Airborne Brigade statunitense – tristemente noti per il massacro di Falluja del 2004 – in procinto di installarsi nella nuova base USA al Dal Molin, gentilmente concessa dal governo Prodi? Infine, come classificare la funzione giocata recentemente da D’Alema a favore della secessione del Kosovo ? CHE C’È DA SALVARE TRA QUESTE SCELTE DI GUERRA? In bocca a leader che si candidano a governare di nuovo il paese le parole sono pietre. In questo caso sono occupazioni militari, bombardamenti e morte. Evidentemente la sinistra di governo è passata dalla “pace senza aggettivi” del mitologico “altro mondo possibile” alla “pace dei cimiteri” della governabilità dell’esistente. Come per la settimana contro la guerra, che dal 10 al 17 marzo ha mobilitato in decine di iniziative militanti di tutta Italia, continueremo a qualificare la “nostra” campagna elettorale sul tema del NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA, rimosso da tutte le forze politiche. Ricorderemo il 25 Marzo 1999, quando la NATO, gli U.S.A. e il governo di centro-sinistra D'Alema aggredivano e bombardavano la Yugoslavia: centinaia di bambini morivano sotto le bombe "umanitarie" e oltre 10.000 sono morti di cancro in questi anni per l'uranio impoverito. MARTEDI 25 MARZO 2008 A 9 anni dai bombardamenti sulla ex Jugoslavia proponiamo una GIORANATA DI MOBILITAZIONE Chiamiamo il Movimento contro la guerra di nuovo in piazza, a denunciare politiche belliciste bipartisan che stanno trasformando sempre di più la nostra penisola in una portaerei al servizio dell’Europa superpotenza.
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